Prima nazionale, venerdì 27 ottobre alle ore 18 alla Libreria Neapolis di Annalisa Sansalone, in viale Teocrito 125 a Siracusa, per la presentazione del libro “La stagione dell’Isola” di Daniela Frisone (Edizioni Tipheret, Acireale, pp. 96). L’autrice – figura nota in ambito cittadino e provinciale per aver collaborato a lungo con le pagine culturali del quotidiano «La Sicilia», per il suo seguitissimo blog “Questa non è una matita” (tamtamtv.it) e per gli originali contributi agli studi sull’avanguardia e il simbolismo nella letteratura siciliana – dialogherà con Prospero Dente, giornalista e scrittore, e Dario Bottaro, libraio ed esperto di arte sacra. L’ingresso è gratuito.
“La stagione dell’Isola”, che segna l’esordio narrativo di Daniela Frisone, è un viaggio nell’anima di un Sud indefinito, tra leggende e misteri. All’inizio di questo millennio, in un’isola di un Sud indefinito, dove tutti si conoscono e la vita scorre lenta, Cristina Francese, una giornalista squattrinata che arrotonda aiutando un’amica a portare avanti l’unica libreria dell’Isola, decide di scavare nel fondo di una storia perduta: la scomparsa dei coniugi Cammara dalla Casa del Merlo, avvenuta quindici anni prima. Quando Cristina riesuma l’inchiesta sulla misteriosa sparizione dei due anziani da tempo il silenzio è calato sulla vicenda.
Il libro, nelle librerie da appena un paio di settimane, ha già suscitato curiosità e interesse dei media locali e nazionali. Tra i temi affrontati dal romanzo, segnaliamo il microcosmo di personaggi atipici che popola l’Isola; l’atmosfera magica e ricca di simboli; l’eco fantastica di una Sicilia antica e per certi versi dimenticata, il viaggio interiore e la formazione di una coscienza già adulta, che fanno da sfondo alla trama del giallo. “La stagione dell’Isola” coinvolge per la sua scrittura densa e polisemica, per la vivida descrizione di personaggi e vicende talvolta surreali, ma che in realtà affondano le radici nella memoria collettiva, locale e familiare; il sovrapporsi di molteplici chiavi di lettura; gli echi letterari verghiani; il fascino di un mondo quasi fiabesco e ancora tutto da scoprire che richiama il Marquez di “Cent’anni di solitudine”.
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