Grande successo di partecipazione questa mattina nella sala Giovanni Paolo II della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime per il convegno organizzato da CNA Pensionati Sicilia, in collaborazione con Anci Sicilia e Unisalute spa, dal titolo “Diritto alla salute – La medicina territoriale, una risposta ai fabbisogni dei pensionati.”
L’introduzione a cura di Pippo Gianninoto ha focalizzato il punto nodale della questione, ovvero la necessità di coabitazione per certi versi “forzata” tra la sanità pubblica, quella integrativa, quella convenzionata e anche quella privata, necessaria per il buon funzionamento del sistema ma che deve però necessariamente essere anche “etica”, in termini di costo sostenuto dai cittadini, specialmente dai pensionati.
Gianninoto ha anche ricordato che è stato diffuso un questionario sulla sanità a circa 350 pensionati siciliani, i cui risultati potranno essere trasformati in bisogni e quindi emendamenti o articoli di legge per venire incontro proprio alle loro esigenze.
Protagonista della sperimentazione di telemedicina è stata la startup QVita, nata nel 2020 e introdotta da uno dei due fondatori, Giuseppe Cutuli. Grazie a questa azienda si è potuto avere il substrato tecnologico necessario per la sperimentazione della telemedicina.
Il professor Elio Borgonovi, ordinario di Economia presso l’università Bocconi, Elio Borgonovi, ha svelato che il segreto per far funzionare le cose non è parlarne, ma agire concretamente, senza aspettare inutilmente.
“Il valore, la buona salute, si genera insieme – ha spiegato il professor Borgonovi – e questa sperimentazione ha dimostrato che le cose si possono fare anche nelle regioni del sud, persino in Sicilia!”
“Servirebbe una legge – ha concluso Borgonovi – che consenta semplicemente di far lavorare bene chi vuole lavorare bene, non ostativa ma di supporto alle buone idee”.
La parola è poi passata a Paolo Amenta, presidente di Anci Sicilia: “In Sicilia non esiste la sanità del territorio, semplicemente perché non è mai stata pensata, e ciò è stato dimostrato con il covid che ha ingolfato i pronto soccorso”.
“Per questo una parte del PNRR è stato destinato alla sanità territoriale, per la costituzione di case comunità, Centrali operative Territoriali e ospedali di comunità; dentro queste strutture però vanno portati medici, specialisti, infermieri, va insomma riorganizzato il sistema sociosanitario”.
Rapido ma molto efficace l’intervento del dottor Alfio Cimino, Geriatra e presidente della SIGG Sicilia: “Oltre il 25% della popolazione è anziana e ci avviciniamo nei prossimi anni al 30%, tuttavia, di fronte a questo momento epocale, non si sono preparare strategie necessarie ai bisogni della terza età”. “C’è infatti povertà di reparti di geriatria in Sicilia, in alcune province manca addirittura l’unità operativa di geriatria. L’obiettivo è quello di aumentare i posti letto e gli organici dei pronto soccorso nonché difendere gli attuali reparti di geriatria, anche perché 6 ricoveri su 10 riguardano anziani.”
Il dottor Mario Lazzaro, presidente della Lilt ma storico collaboratore medico di CNA Siracusa, ha focalizzato il suo intervento sull’importanza del terzo settore, definito come uno dei “pilastri della sanità”. La Lilt è formata da 106 associazioni, una per ogni provincia, e Siracusa è una delle prime dieci d’Italia. “Solo nel 2022 abbiamo svolto più di 40 mila tra test, esami, e diagnostica per immagini, tutte attività che non possono essere svolte negli ospedali”.
Per Roberto Alosi, presidente del forum della Salute Pubblica a Siracusa, “è difficile ragionare di diritto alla salute in un territorio in cui il 10% della popolazione provinciale rinuncia alle cura e alla salute; il 61% delle prestazioni è privato e il 41% della popolazione è costretta a ricorrere al servizio sanitario privato”.
“Con le pensioni medie di 850 euro al mese, dato Istat, nei fatti nel nostro territorio è precluso il diritto alla salute per migliaia di persone.”
Per Alosi non ci sono mezzi termini: “La sanità pubblica è al collasso, e la colpa è anche di un <<approccio predatorio>> della politica nei confronti delle risorse destinate alla sanità.
La voce forte su un diritto come quello alla salute deve partire dal basso.” Ha concluso Alosi.
Valentina Grifo, psicologa del CTS di Canicattì in provincia di Agrigento, ha raccontato le origini del CTS,
nato nel 1996 come Centro di Terapia e Studi fondato da genitori di ragazzi portatori handicap. Dal 2001 è poi convenzionato con l’Asp Agrigento.
“L’idea – racconta la dottoressa Grifo – era quella di non lasciare nessuno da solo.
La sperimentazione di Telemedicina è durata un anno, uno dei punti di forza è stata senza dubbio la possibilità di video consulti online e gli alert in caso di parametri irregolari, un monitoraggio in tempo reale che dava la percezione di essere sempre raggiungibili.”
L’On. Salvatore Iacolino, Direttore Generale dell’assessorato alla Salute, è intervenuto in video annunciando uno stanziamento di 800 milioni per la medicina territoriale. “Entro il 2026 saranno consegnate le case di comunità e gli ospedali di comunità – ha detto – mentre i Cot saranno operativi entro il prossimo 31 marzo.”
Il direttore Iacolino ha ammesso una certa difficoltà nel reclutamento dei medici, “perché il privato è al momento più attrattivo.”
Annunciato infine un piano organico per la diminuzione delle liste d’attesa e sulla Telemedicina risorse dal PNRR, 139 milioni per la digitalizzazione.
Sempre in video il saluto dell’On. Gaetano Galvagno, presidente dell’ARS, che ha ribadito come “il Diritto alla salute sia assoluta priorità”.
“La carenza di medici è un dato di fatto che difficilmente troverà soluzione – ha proseguto Galvagno – e anche per questo la tecnologia diventa fondamentale, così come la medicina territoriale.”
“La Telemedicina – ha concluso Galvagno – tra quale anno da sperimentazione diventerà una certezza, una garanzia per salvare vite umane”.
A concludere i lavori l’intervento del Segretario Nazionale di CNA Pensionati, Mario Pagani.
“Il tema del diritto alla salute deve essere presidiato il più possibile, perché non coinvolge solo gli anziani ma tutta la popolazione” ha detto il Segretario.
“La gestione della pandemia – ha continuato Pagani – ha messo in evidenza criticità già esistenti. Ci siamo confermati, ancora una volta, bravi nelle emergenze ma un disastro nella normalità, perché per la gestione ordinaria servono processi collaudati e funzionanti.”
Pagani ha poi spostato l’attenzione sulla questione delle pensioni, la cui indicizzazione non è completa nemmeno in questa legge di bilancio.
“Esiste indubbiamente un differente trattamento sanitario a seconda dei redditi, ma altrove esistono anche Paesi in cui la pressione fiscale diminuisce con l’età.”
Nei prossimi anni le pensioni saranno sempre di meno: con la sanità pubblica che non regge e con meno reddito a disposizione, si rischia un’implosione sociale”.
“CNA metterà sul diritto alla salute il massimo impegno, questo è chiaro – ha concluso Pagani – la medicina territoriale è un obiettivo raggiungibile, ci si può mettere insieme e si possono stimolare i necessari interventi legislativi.”
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