In Donne Siracusane del 1998 Corrado Piccione tratteggiava figure femminili di notevole spessore culturale nella Siracusa all’alba del Ventesimo secolo. Fra le tante spicca la storia della marchesa Carmela Gargallo, una donna che dedicò gran parte della sua vita ad accudire gli orfani. Siamo alla fine dell’Ottocento e a quel tempo «Siracusa era una delle città con il più alto numero di illegittimi, spesso figli della colpa». Un fenomeno triste nei termini e nei modi in cui si diffondeva: i “non desiderati”venivano abbandonati da anonimi, quasi sempre parenti, all’ex monastero di Santa Lucia in piazza Duomo. Non solo: «A quel tempo i poteri pubblici erano insensibili a questi problemi». Ma non la marchesa Carmela Gargallo, che nel 1885 creò «un’istituzione destinata a ospitare, mantenere, istruire gli orfani della città, senza limitazione di numero e sempre a proprie spese». Quelli furono anni di forte crescita delle coscienze femminili a Siracusa. Soprattutto sul versante politico. «Il Tamburo», giornaleche fungeva da antagonista alle fazioni dominanti, affermava: «Le siracusane erano in prima fila – questa la testimonianza dello storico Giuseppe Parlato – partecipavano alle manifestazioni, le più colte scrivevano sui giornali, ostentavano nei loro moniti la frase “io sono tamburina”, e addirittura le popolane tenevano l’emblema del tamburo tra gli amuleti di casa». Un’altra donna nobile dalla personalità carismatica fu Caterina Beneventano del Bosco, figlia del Marchese Antonio Paternò Castello di San Giuliano, Ministro degli Esteri dell’era giolittiana e nipote del conte Cesare Trabucco di Castagneto, aiutante di campo di Carlo Alberto. Particolarmente apprezzato il suo salotto nell’edificio storico di piazza Duomo, dove la nobildonna sapeva accogliere i suoi ospiti con conversazioni argute, colte e di notevole spessore intellettuale. Chi si distinse per le grandi capacità comunicative fu Maria Theresa Laudien. Non di origine, ma siracusana nell’anima: fondò, insieme al marito Salvatore Politi, imprenditore locale, il noto albergo a Largo Gangia, costruì l’Hotel Des Etrangers e la Villa Politi. Quest’ultimo divenne un luogo di grande attrazione turistica a livello internazionale proprio grazie alle «vaste conoscenze della Laudien nel bel mondo della borghesia agiata europea». Il suo fu un salotto di ampio respiro culturale, che accolse, tra gli altri, personalità come Winston Churchill. Ancora,chi svolse un’intensa attività intellettuale nel secolo scorso, tra gli anni Cinquanta e i Sessanta, fu Teresa Carpinteri, autrice di saggi e recensioni letterarie, ma soprattutto di romanzi a sfondo storico-sociale, come L’Eringio, che racconta la triste storia della poetessa netina Mariannina Coffa. Altra figura ritratta da Piccione fuChristiane Reimann. Una nobildonna danese che scelse Siracusa come seconda patria, a cui donare nel 1976 la sua incantevole villa. E questo, sottolineò l’autore, fu un «segno del grado più alto di saggezza, una lezione di vita, di umanità, una lezione di fiducia nel futuro di Siracusa». Tra i gesti di amore di cui forse sono capaci solo le donne ricordiamo quello di Costanza Bruno, un’eroina della seconda guerra mondiale. Si distinse per il coraggio e l’alto senso umanitario: fu crocerossina volontaria, e nel luglio del 1943, durante lo sbarco anglo-americano in Sicilia, rimase uccisa da una granata proprio mentre curava i feriti e assisteva i moribondi nell’ospedale da campo di Nicosia.
Daniela Frisone
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