La Fiom di Siracusa ha proclamato lo stato di agitazione e richiamato alla mobilitazione tutti i lavoratori e l’intera comunità provinciale. “Il Petrolchimico di Siracusa – dicono Roberto Mastrosimone e Antonio Recano, rispettivamente segretari generali di Fiom Sicilia e Fiom Siracusa – è la rappresentazione plastica della necessità di definire un piano strategico di interventi strutturali, indicando chiaramente i settori strategici e gli obbiettivi, i tempi e le coperture finanziarie da utilizzare per “politiche industriali” che siano in grado di dotare l’Italia di una vera autonomia energetica e dare al Petrolchimico un futuro sostenibile”.
“La zona industriale siracusana ha le caratteristiche e le potenzialità, se abbandona la sua ideologica impronta fossile, per utilizzare le nuove opportunità rappresentate dall’idrogeno, e dalle rinnovabili in un mix energetico da utilizzare nel processo produttivo della raffinazione e della chimica come migliore opzione di decarbonizzazione”.
Occorre, però – concludono – riportare il futuro del Petrolchimico in mani pubbliche, sostenere investimenti per la riqualificazione delle produzioni, la riconversione delle aree dismesse, la riqualificazione e il potenziamento di Punta Cugno e Marina di Melilli, per realizzare una rete infrastrutturale che connetta ed integri un moderno polo energetico con il porto di Augusta”.
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