Patrocinata dalla Regione Sicilia, dall’ARS e dal Comune di Siracusa, nell’alveo dell’iniziativa del Festival delle Arti 2024, l’esposizione “Colapesce – La Metamorfosi” nasce dal desiderio di rendere un doveroso omaggio ad uno dei più illustri artisti siracusani, Paolo Morando, il quale vive e fa arte a Siracusa e che comunica il mito e l’essenza dell’isola di Ortigia in tutta la sua vasta produzione.
Il progetto di una mostra imperniata sul canto popolare di Cola nasce dall’intuizione dei curatori Luigi Amato, Mario Lentini (Presidente dell’Associazione culturale Morphosis) ed Elèna Privitera che ne hanno seguito l’intero processo di sviluppo, dall’ideazione alla fase esecutiva.
La leggenda dell’uomo-pesce attraverso le opere morandiane, ospitate per l’occasione nella parte ispanica di Ortigia, assume un significato plurimo: come ha voluto ricordare il primo di cittadino di Siracusa nel suo intervento in catalogo, è quello di cogliere l’essenza della nostra appartenenza, della nostra identità, della nostra tradizione risultato di infinite contaminazioni culturali che hanno portato Siracusa ad essere melting pot di culture, popoli, esseri umani.
Colapesce è l’emblema dell’uomo che diventa eroe votando se stesso, per amore della propria terra, a sostegno della Sicilia, prendendo il posto di una delle tre colonne che sorreggono l’Isola impedendole così di sprofondare. Esse, in mostra, sono state raffigurate magistralmente dai pezzi unici e irripetibili (per la natura stessa della tecnica di realizzazione) dall’installazione di arte contemporanea in ceramica raku dell’artista calatino Fabio Gullè.
Ma il mito non assume soltanto la funzione di racconto escatologico dell’amore e del sacrificio, bensì è un appello a tutti i visitatori della mostra, a cui indirettamente pone la domanda: quanti di voi oggi sono disposti a seguirne l’esempio?
Davanti ad una ricca platea, a tagliare il nastro inaugurale è stato l’Assessore alla cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata a cui vanno i ringraziamenti del team Morphosis. Il discorso di apertura è stato tenuto dai curatori che hanno introdotto gli astanti dentro le tematiche affrontate dalle opere morandiane e nei suoi riflessi sociali ed antropologici; ha preso parola Alessandro Brandino, per quanto concerne gli aspetti storici ed architettonici del palazzo ospitante, portando i saluti di Giancarlo Germanà, a cui si deve un’analisi sull’origine e il significato del mito di Colapesce.
La serata è stata onorata dalla presenza e dell’intervento di Patrizia Maiorca del consorzio Area marina protetta del Plemmirio, di Linda Pasolli in rappresentanza di Capo Murro Diving Center e dei saluti giunti da parte di Andra Morello Presidente di See Shepherd Italia che hanno abbracciato il progetto con entusiasmo per la comune sensibilità alle tematiche legate al nostro mare.
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