Un lungo corteo dalla portineria Ovest della zona industriale, attraverso la SP114 fino al Comune di Priolo. Cgil e Uil si sono ritrovate questa mattina al Polo Petrolchimico siracusano per chiedere ai Governi regionali e nazionali un piano di investimenti pubblici e privati per la riqualificazione della zona industriale.
Lo hanno gridato a gran voce, dal palco di via Nicola Fabrizi di fronte al Comune di Priolo con al fianco il sindaco Pippo Gianni, i segretari regionali della Cgil, Alfio Mannino e della Uil Sicilia Area Vasta, Luisella Lionti e i segretari provinciali di Cgil, Roberto Alosi e della Uil (con delega al territorio siracusano), Ninetta Siragusa.
“Rivendichiamo un piano industriale integrato che coinvolga tutti i soggetti – hanno detto i segretari sindacali -. Temiamo che la fuga in avanti di progetti che prevedano la chiusura di Eni Versalis e un progetto di riconversione nel 2028-29, se non concertato con tutti gli altri soggetti del mondo industriale, rischino di trasformarsi in un boomerang. Abbiamo avuto una grandissima adesione allo sciopero, nessuno pensi di avviare delle azioni di cambiamento senza tenere conto delle proposte da parte del mondo dei lavoratori e dunque delle organizzazioni sindacali. Questa è la prima di una lunga protesta, andremo avanti fino a quando il Governo regionale non istituisca un tavolo attorno al quale si possano sedere tutti i soggetti preposti, per poter traghettare la transizione energetica di cui ha bisogno questo territorio”.
“Ribadiamo che non è uno sciopero contro qualcuno – aggiungono i segretari – ma di rivendicazione di uno sviluppo eco-sostenibile per il territorio. C’è bisogno di un progetto che comprenda tutto il polo industriale e non soltanto alcune aziende. Faremo tutta una serie di iniziative e di incontri con i Comuni per parlare alla gente, affinché ci sia un futuro economico-industriale che guardi all’ambiente con una sensibilità diversa e con gli obiettivi di slancio che ci pone l’Europa. Utilizziamo, in definitiva gli strumenti della manifestazione per dire no ad una politica sorda e assente che promette investimenti a fronte di dismissioni. I lavoratori vogliono risposte, non si può pensare ad una transizione ecologica senza pensare al futuro dei lavoratori stessi: la transizione energetica non può essere pagata dai lavoratori”.
Al corteo di questa mattina, oltre alle confederazioni regionali e territoriali, presenti i settori industria di Cgil e Uil affiancati da altre categorie sindacali.
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