Torna il 25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne” e come ogni anno in tutto il Paese incontri, seminari, convegni ci ricordano, tra retorica e strette di mano, che non solo il fenomeno è costantemente parte della nostra esistenza, perché permea in maniera strutturale tutto ciò che facciamo, sentiamo, viviamo ma che proprio in virtù di questo “non vivere” è evidente ormai agli occhi tutti e tutte che non si tratti di un’emergenza. Gli episodi di maltrattamenti in famiglia, molestie, stupri, uccisioni di donne continuano ad accumularsi nei registri di forze dell’ordine e centri antiviolenza con numeri che fanno spavento. Statistiche che, anche a Siracusa, ci raccontano la “non vita” di centinaia di donne in carne ed ossa e dei loro figli, il cui quotidiano è fatto di orrore, costrizioni, sofferenza, spesso perpetrata per anni. “Per noi il 25 novembre è 365 giorni l’anno, – afferma l’avv. Daniela La Runa presidente del Cav. Ipazia. Lo è h24 quando riceviamo le chiamate a tarda notte o durante le feste, lo è quando dobbiamo in fretta e furia mettere in salvo le donne maltrattate, spesso insieme ai figli minori, lo è quando combattiamo contro il pregiudizio nelle aule di tribunale, lo è quando le donne spaventate si pentono della scelta di essere rifugiate e tornano dai loro maltrattanti e il nostro lavoro ci è sembrato inutile. Quando finirà tutto questo? – conclude La Runa – Difficile dirlo, quel che sappiamo per certo è che il fenomeno va affrontato strutturalmente su tre distinti fronti: normativo, psicologico e culturale, ambiti su cui da anni siamo impegnate collaborando in rete con enti pubblici e privati .”
Le operatrici del Centro Antiviolenza Ipazia anche quest’anno, oltre all’attività ordinaria di accoglienza e counseling alle utenti che vi si rivolgono, sono impegnate in incontri pubblici e progetti scolastici per la sensibilizzazione sulla tematica e soprattutto per la diffusione di una cultura che focalizzi la parità e il rispetto fra i generi quale priorità della nostra società.
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