di Stefano Gugliotta.
La soffitta della Libreria Mascali a Siracusa è oramai conclamata fucina di dibattito e confronto sociale.
Marilia Di Giovanni, proprietaria della più antica libreria di Siracusa, ha ospitato sabato 18 gennaio 2025 la presentazione dell’ultima opera di Carlo Ruta “ll fascismo totalitario e trasformista. Ripensare la dittatura: il potere mussoliniano, il regime plurale, la formazione dello Stato totale”.
A colloquio con l’autore, l’avvocato Umberto Di Giovanni, presidente onorario dell’ANPI (associazione nazionale partigiani d’Italia).
Carlo Ruta, storico e saggista ragusano, ha al suo attivo un’ intensa attività letteraria, ma di più è stato involontario protagonista di una vicenda giudiziaria che lo ha visto processato per stampa clandestina in virtù dell’art. 16 della legge 47 del 1948 che riguarda principalmente i giornali cartacei (l’obbligo di registrazione della testata presso il tribunale) ma che è stata in questo caso arditamente applicata dalla magistratura al web e ai blog con l’oscuramento del blog accadeinsicilia edito da Ruta e con il rinvio a giudizio dello stesso.
La vicenda giudiziaria, che ha visto l’Italia additata in tutta Europa come artefice di un attacco alla libertà del web, nasce con la pubblicazione del blog dove Ruta pubblica una serie di documenti e legami tra la politica e la mafia nella sezione del “Giuliano e lo stato”. Condannato dal Tribunale di Ragusa e dalla Corte d’appello di Catania, Ruta è stato poi assolto dalla cassazione che ha ritenuto che “il nuovo prodotto (blog) è si giornale informatico diffuso in via telematica, ma che non può rientrare nella nozione di stampa data dalla legge del 1948”.
La documentazione raccolta da Ruta è stata poi pubblicata nel libro “Giuliano e lo Stato” pubblicato da edi.bi.si nel 2005. La rinomata verve dell’Avv. Umberto Di Giovanni ha trovato un valido interlocutore in Ruta, che a prolissità non si è fatto battere, anche a rischio di vanificare la possibilità del numeroso e colto pubblico presente nella soffitta Mascali di poter intervenire e porre domande.
Secondo Ruta, il fascismo s’impone con la violenza grazie ad una mancata reazione del corpo sociale (intellettuali, chiesa e monarchia) e con un’ esaltazione della retorica della romanità che raccoglie il peggio della rivoluzione liberale con una spinta verso l’odio delle classi disagiate.Il “trasformismo” mussoliniano va opportunamente evidenziato; Mussolni da socialista e pacifista poi diventa interventista, da anticlericale a sottoscrittore dei patti Lateranensi del 29, da repubblicano a monarchico conferendo anche il titolo di Imperatore D’Etiopia a Vittorio Emanuele III con le sanguinose guerre coloniali che costarono oltre 300.000 morti della popolazione etiope.Un trasformismo, come ha evidenziato Di Giovanni, che trova il compimento massimo quando, messa da parte la divisa di Duce d’Italia tenta di fuggire travestito da soldato tedesco.
Ruta ha poi mostrato e letto al pubblico intervenuto una “chiccha storica” e chiesto a Di Giovani un’ interpretazione. Una lettera scritta da Ottavio Di Giovanni “maestro elementare” a Filippo Pennavaria storicamente conosciuto come l’apostolo violento del credo fascista in tutta la provincia di Siracusa che applicò l’ordine mussoliniano di “imporre le idee fasciste nei cervelli dei refrattari toccando i crani a suon di manganellate” rendendosi responsabile dell’eccidio di 4 braccianti ragusani, rei di sostare dinnanzi alla camera del Lavoro di Ragusa.
Umberto Di Giovanni con la sua rinomata ironica verve, ha riconosciuto in Ottavio Di Giovanni un fratello minore del nonno Eduardo resosi celebre per un duello segreto all’ultimo sangue con il Pennavaria che lo aveva offeso. Solo l’intervento dei padrini salvò il Pennavaria da morte certa a causa di ferita inferta da Di Giovanni al braccio già alla prima sciabolata.E’ stato un incontro veramente molto interessante.
Sentendo i commenti degli intervenuti tutti entusiasti, ne riportiamo uno che secondo noi è il più incisivo, reso da un insegnante presente alla presentazione del libro di Ruta: “momenti di conoscenza storica e confronto come questi dovrebbero essere portati nelle scuole, è importante specialmente per i giovani attingere e conoscere una storia tutta italiana come quella del fascismo, oggetto oggi di un revisionismo storico con la solfa che vorrebbe fare intendere che il fascismo ha fatto anche cose buone” .
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