di Sebastiano Diamante
Il Marzamemi book fest farà parte della Rete dei festival delle “Città tardo barocche del Val di Noto”. L’idea di mettere assieme i festival culturali più importanti della Sicilia orientale nasce nel cuore del Distretto turistico del sudest, diretto da Paolo Patanè, costituito da otto comuni – Caltagirone, Catania, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli e che comprende pure i centri dell’area vasta del sudest.
Marzamemi Book Fest, ideato da Barbara Fronterrè e diretto da Sabina Minardi, giornalista e scrittrice, capo della Cultura de L’Espresso, è organizzato dall’associazione “Un paese ci vuole”, presieduta da Rosita Pignanelli. Quest’anno, ad ottobre, si svolgerà la quinta edizione.
Fanno parte della Rete, oltre al Marzamemi book fest, anche i festival Sikelia e Bosco Colto di Caltagirone, il Catania Book Festival, il Mast Fest di Scicli, e molti altri hanno preannunciato la volontà di entrare a farne parte. La rete sarà coordinato da Simone Dei Pieri, direttore del Catania Book Festival.
«In tempi brevi – informa Dei Pieri – coinvolgeremo tutte le realtà del territorio che possano dare il loro contributo e rendersi co-protagoniste dell’iniziativa. L’idea base è quella di far conoscere ciò che si fa in quest’area ed entrare in contatto con migliaia di persone. Lavoriamo a un calendario comune, che sarà portato nelle varie fiere internazionali e che contribuirà a dare una veste istituzionale a tanti eventi che già connotano le comunità di questo sito Unesco».
«Con la Rete dei Festival – dichiara il sindaco di Caltagirone Fabio Roccuzzo, presidente dell’Unità operativa Unesco – intendiamo assicurare l’armonia dei calendari delle diverse manifestazioni e la loro reciproca promozione nelle diverse città, generando pure una massa critica che concorra ad attrarre finanziamenti sul territorio. Puntiamo inoltre a costruire una comunicazione, anche su scala nazionale e internazionale, che aiuti ad attrarre viaggiatori nelle comunità del Val di Noto».
Il prossimo passo è la realizzazione del format “Val di Noto Lab – Officine di Cultura”, finalizzato alla valorizzazione dei patrimoni immateriali.
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