20 Settembre 2024

Crisi Lukoil, prosegue il forcing dei 5 stelle sul governo nazionale

Continua la febbrile attività dei parlamentari siracusani del M5s per focalizzare l’attenzione del governo verso la complessa situazione di Isab-Lukoil e della zona industriale aretusea, alle prese con le conseguenze delle sanzioni internazionali alla Russia. 
“Bene il nuovo incontro di ieri nella sede del Mise, le strutture dei ministeri competenti iniziano a capire la serietà della situazione ma non basta”, dicono Paolo Ficara, Filippo Scerra, Maria Marzana e Pino Pisani. I parlamentari siracusani hanno allora inviato una lettera al premier Mario Draghi ed ai ministri Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti. Si tratta di un secondo appello dopo quello dello scorso 30 aprile, recapitato sempre al presidente del Consiglio dei Ministri ed il primo tavolo tecnico di una settimana addietro, convocato grazie alla sottosegretaria Alessandra Todde (M5s).
“Con il blocco delle importazioni via mare di petrolio dalla Russia, rischiamo di avere conseguenze disastrose per la Sicilia e non solo. Con la chiusura di Isab collasserebbe l’intera zona industriale di Siracusa, si avrebbero gravi perdite per il porto di Augusta che movimenta ogni anno milioni di tonnellate di merci, in cui i prodotti Isab hanno un peso determinante, per non parlare delle pesanti ripercussioni sul futuro occupazionale dei circa 10.000 lavoratori del settore”, sottolineano nella loro lettera i parlamentari pentastellati. 
Per questo, la deputazione cinquestelle siracusana chiede a Draghi ed ai ministri Di Maio e Giorgetti “la massima attenzione per la vicenda” insieme all’indicazione “di una strategia chiara con soluzioni tecniche adeguate per salvaguardare la zona industriale di Siracusa” con le necessarie “misure concrete che scongiurino una vera e propria emergenza sociale”.

 
Come rappresentanti del territorio siracusano, i parlamentari pentastellati hanno chiesto al Governo “misure per salvaguardare in ogni sede gli interessi del nostro Paese e che permettano all’Italia di mettere in sicurezza il polo siracusano ed assicurarne la continuità produttiva”.

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