22 Novembre 2024

Autonomia differenziata, l’appello ai sindaci della provincia del Comitato promotore

Riceviamo e pubblichiamo l’appello che il Comitato promotore del referendum per l’abolizione della legge sull’Autonomia Differenziata ha rivolto ai sindaci della provincia di Siracusa.

Cari Sindaci della provincia di Siracusa, il Comitato provinciale promotore della raccolta delle firme per il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia Differenziata – costituito da forze sindacali e sociali, forze politiche di opposizione al governo nazionale e associazioni – si appella a ciascuno di voi, soprattutto in qualità di cittadine e cittadini delle comunità che amministrate.

Essere Primo cittadino nei nostri territori, in un difficile momento di crisi idrica, emergenza sanitaria, deficit infrastrutturale, criticità nella gestione dei rifiuti e dei servizi energetici, carenza di personale, spopolamento, è un ‘mestiere eroico’. Anziché invertire questa tendenza, la Legge sull’Autonomia differenziata la accelera, ampliando i divari e le diseguaglianze. Con questa Legge sarà sempre peggio. È una legge che uccide la speranza e il futuro dei nostri territori.

Sappiamo bene che i Comuni rappresentano il primo livello di governo, sono essenziali per garantire i servizi fondamentali e che, nonostante tutto – fin da ora e fino al 2028 – subiranno altri tagli e spending review. Sappiamo bene che spesso, come Sindaci, pagate colpe non vostre e che altrettanto spesso sulle vostre amministrazioni gravano errori di Regioni e Governo Centrale. Sappiamo bene che su di voi si riversa il malcontento di generazioni e di cittadini contribuenti che con sfiducia guardano alle istituzioni e alla politica. E, tuttavia, sappiate che verranno tempi ancor peggiori perché la Legge n. 86 approvata lo scorso giugno dal Parlamento ha come principale conseguenza proprio la differenziazione dei servizi e la disuguaglianza tra territori.

In questi mesi le interlocuzioni sulla stessa legge hanno già dato un assaggio di quello che succederà: i Comuni, le Città metropolitane e le Provincie saranno tagliati fuori dai tavoli di confronto e ridotti ad un ruolo marginale nelle definizione dei LEP e dell’Intesa. Se la Costituzione all’art. 118, infatti, conferisce le funzioni amministrative a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato (art. 118, c. 1, Cost.), la legge Calderoli, invece, stabilisce che le funzioni amministrative siano trasferite alle Regioni le quali potranno attribuirle in via residuale agli Enti locali.

La preliminare definizione dei LEP, i costi, i fabbisogni standard, i fondi perequativi e il rispetto del principio di sussidiarietà avrebbero dovuto essere i presupposti di un dispositivo concordato parimenti con Regioni ed Enti locali. E tuttavia non è stato e non sarà così. Da ora in poi non avremo più la possibilità di colmare il gap con altre regioni di Italia. Da ora in poi ci sarà un Paese a più velocità, da ora poi la Repubblica rinuncia alla sua prerogativa costituzionale di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale ( art. 3, c. 2, Cost.) e decide di crearne di nuovi.

Vi chiediamo, per queste e per altre ragioni, di unirci a noi e di difendere le nostre città e la nostra provincia da questo attacco. Vi chiediamo di non guardare al colore politico ma di pensare a quanto sarà difficile portare avanti l’amministrazione di un Comune da ora in poi. Vi chiediamo di mettere una firma per condannare il metodo impiegato dal Governo per l’approvazione della Legge 26 giugno 2024 n. 86, nonché i suoi contenuti altamente lesivi dell’unità nazionale e contrastanti con la Prima Parte della Costituzione.

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