Italia Nostra non ci sta a ritenere chiusa la faccenda e per voce del suo legale, l’avvocato Corrado Giuliano, annuncio il ricorso al CGA di Palermo per appellare la sentenza della Terza Sezione del Tar di Catania che qualche giorno fa aveva rigettato i ricorsi riuniti proposti da Italia Nostra contro la società Senza Confine che gestisce il Bar Maniace, il Comune di Siracusa, l’Agenzia del Demanio e la Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Siracusa.
“Le cause si vincono e le cause si perdono – ha esordito in conferenza stampa l’Avvocato Giuliano – ma quando si perde, le motivazioni devono essere soddisfacenti, invece la sentenza ci ha sorpreso per la sua brevità e superficialità rispetto alle illegittimità che erano state sollevate.”
Per il legale di Italia Nostra con questa sentenza passa il principio che l’ufficio del Demanio potrà affidare un bene pubblico, senza sentire il parere preventivo dell’Assessorato ai Beni culturali e delle Soprintendenze.
“Rispettiamo le sentenze – ha dichiarato Giuliano – ma non siamo soddisfatti di come sono stati trattati gli argomenti esposti”. Argomenti che sono stati anche oggetto di censura da parte dei giudici amministrativi e che hanno spinto gli avvocati Corrado Giuliano, Nicoletta Piazzese, Nicola Giudice, Alessandra Cocuzza e Corrado Carrubba a presentare un esposto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Consiglio di Stato, ai presidenti dei TAR di Palermo e Catania, al presidente del Consiglio nazionale forense e al presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa per denunciare un illecito disciplinare nell’esercizio delle funzioni e una violazione dei doveri del magistrato che dovrebbe “esercitare le funzioni attribuitegli con correttezza ed equilibrio e rispettare la dignità della persona nell’esercizio delle funzioni”.
“Nel merito – si legge nell’esposto – il capo della sentenza segnalato era mirato a censurare la stesura delle difese della parte, in relazione al limite imposto dal Decreto del 22 dicembre 2016 del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa, che all’art.3 limita, nel rito ordinario, a 35 pagine ed a 70.000 caratteri le dimensioni degli atti introduttivi e delle memorie. Nella fattispecie peraltro i difensori si sono attenuti al numero dei caratteri prescritti”.
Un esposto presentato “per tutelare l’attività professionale che non può essere stigmatizzata in questo modo soprattutto quando si tratta di affermazioni che non servono alla motivazione della sentenza. Sono stati calpestati – ha aggiunto l’avvocato Giuliano – quelli che sono i profili di serietà, compostezza e rispetto della dignità delle parti e questo non può essere consentito, non tanto per la mia persona, quanto per la categoria e per tutti gli altri colleghi che hanno lavorato al ricorso”.
“Una motivazione poverissima che non motiva sulle obiezioni argomentate dei legali di Italia Nostra”. Ha dichiarato l’avvocato Salvo Salerno dell’associazione Ortigia Sostenibile. “Si tratta di una sentenza ampiamente impugnabile, c’è solo l’imbarazzo della scelta”.
Aggiungi un commento