Secondo un recentissimo studio effettuato dall’Università di Catania emerge che le famose statue risalenti al V secolo aC conosciute come “Bronzi di Riace” possano essere state assemblate a Siracusa, nell’attuale zona di contrada Pantanelli, e che, in origine, fossero esposte proprio nella città aretusea. A far rilevare quest’ipotesi, di cui si parla da tempo ma a cui adesso vengono aggiunti nuovi elementi, è Rosolino Cirrincione, il direttore del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania, dove insegna Petrologia e Petrografia.
“Investigando sulle teorie di Anselmo Madeddu, il quale ha ricostruito gli aspetti storici legati a questa vicenda, – spiega Cirrincione – abbiamo analizzato in laboratorio dei campioni attraverso delle indagini geochimiche con risultati molto simili a quelli a cui si riferiscono le terre di saldatura originarie delle statue. In base a ciò – aggiunge – possiamo affermare che l’unico areale nel quale è possibile che affiorino terre utilizzabili per le saldature è molto ristretto e si trova della zona dei Pantanelli. E visto che l’assemblaggio avveniva nel sito dove le statue venivano allocate ecco perché, se verrà dimostrato che le terre di saldatura dei Bronzi sono queste, significherebbe che le statue sono state esposte in città, in un periodo in cui Siracusa era uno dei più importanti centri della Magna Grecia”.
Se dunque dovesse davvero essere così, e al momento non ci sono altri dati che lo confermano, crollerebbe la teoria finora più accreditata, in base a cui i Bronzi di Riace sarebbero stati assemblati ed esposti in Grecia, fino a quando i Romani non decisero di portarli a Roma. Durante il tragitto, poi, una nave affondò al largo di Riace, in Calabria, dove le statue rimasero per più di due millenni prima di essere trovate. Sarà comunque la pubblicazione dello studio, arricchito da nuove ricerche ed ulteriori approfondimenti, a dare un responso più certo e plausibile.