Un’attività illecita di gestione dei rifiuti che, nel tempo, non aveva risparmiato neppure gli abitanti della zona costretti a condividere il degrado ambientale e, soprattutto, ad inalare i fumi tossici causati dai continui incendi della spazzatura accumulata.
È accaduto in via Sonnino, a Noto, dove sei persone, adesso individuate e denunciate dagli uomini del Commissariato di Noto, scaricavano quasi quotidianamente qualsiasi tipo di rifiuto raccolto o prelevato in case o cantieri privati.
Il reato contestato è quello di attività di gestione rifiuti non autorizzata in concorso e continuata.
L’indagine è scattata dopo l’esposto presentato dagli stessi residenti della zona – caldeggiato anche da alcuni esponenti dell’amministrazione comunale – che avevano denunciato il forte stato di degrado in cui versava via Sonnino, una strada che abbraccia un grande complesso di edilizia popolare.
Proprio in un’area ben delimitata della strada venivano depositati non solo rifiuti solidi urbani che non venivano conferiti con il sistema della raccolta differenziata, ma anche mobili e altro. La cosa che maggiormente preoccupava ed allarmava i residenti era la grave condizione igienico sanitaria venutasi a creare nonché l’emissione di fumi nocivi generati dalla combustione dei cumuli di spazzatura che saltuariamente venivano incendiati nell’indifferenza più totale. Nel periodo tra gennaio 2022 e febbraio 2023, le squadre dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Noto hanno effettuato 22 interventi per lo spegnimento di incendi di rifiuti. All’interno di una zona recitata con rete di ferro e teloni frangivento oscurati, proprio a ridosso di una palazzina, c’erano rifiuti di vario genere e tra questi anche resti di amianto.
Gli uomini della Polizia, guidati dal Dirigente Vice Questore, Paolo Arena, hanno così avviato le indagini. Una serie di telecamere piazzate a ridosso della discarica hanno consentito di ricostruire ogni azione del gruppo. Uno dei sei indagati, il principale utilizzatore dell’area, è stato ripreso in più occasioni appiccare il fuoco senza curarsi della possibile propagazione delle fiamme alle abitazioni vicine.
Sotto sequestro sono finiti i mezzi che il 40enne utilizzava per spostarsi. Ad aiutarlo anche il fratello insieme agli altri denunciati che, con i loro rispettivi autocarri, contribuivano all’illecità attività.
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