8 Settembre 2024

Ciak si gira, la Siracusa di celluloide e il sogno del cinema

Il cinema si affaccia a Siracusa negli anni Cinquanta. Con il film Anni facili del 1953, per la regia di Luigi Zampa, su soggetto di Vitaliano Brancati. Si racconta la storia di un cambiamento sociale, vissuto tra Noto e Roma, dal prof. Luigi De Francesco, interpretato da Nino Taranto. La prima mezzora del film è ambientata nella capitale barocca: l’istituto in cui insegna il protagonista non è altro che la facciata di Palazzo Ducezio, e per tutto il film la cittadina identifica se stessa, un particolare questo non comune nella storia del cinema.

Dello stesso anno è Cavalleria Rusticana per la regia di Carmine Gallone, noto direttore delle pellicole di Don Camillo e Peppone. Nel cast troviamo Anthony Quinn e un emergente Ettore Manni. La location era sempre Noto ma anche buona parte delle campagne del siracusano. Durante i giorni delle riprese, il quotidiano “La Sicilia” annunciava “un intervento in massa di comparse in costume e una tarantella ballata dai canterini di Val d’Anapo”, e informava sulle regole del duello rusticano, impartite da un contadino avolese agli attori del cast.

Si giunge al 1956, con Agguato sul mare di Pino Mercanti, che trasporta la leggenda di Glauco e Scilla tra le tonnare di Portopalo di Capo Passero e le grotte della scogliera sottostante la Chiesa dei Cappuccini.

Tra le più suggestive pellicole che immortalano Siracusa negli anni Sessanta troviamo L’Avventura, film diretto nel 1960 da Michelangelo Antonioni e interpretato da Monica Vitti, Gabriele Ferzetti e Lea Massari. Il male d’amore si muove tra Le Isole Eolie, Palermo, Messina e Taormina, per giungere alla tonnara di Santa Panagia, nonché a Noto.

Sempre nel 1960 tra gli studi cinematografici di Cinecittà e le coste siracusane fu girato L’Assedio di Siracusa (Archimede) di Pietro Francisci, con interpreti Rossano Brazzi, Alberto Farnese e Sylva Koscina. E a seguire, stesso anno, un’altra ricostruzione storica, quella di Roberto Rossellini in Viva l’Italia: l’impresa dei Mille approda a Noto, che però in questa occasione non mantiene la propria identità.

È del 1963 I fidanzati di Ermanno Olmi. Quasi un documentario, che trova il suo set principale nel polo industriale di Priolo, visto attraverso lo sguardo di un operaio del Nord. Vere e proprie chicche del film di Olmi sono le scene in cui è possibile rivedere posti come piazza Euripide, che accoglieva la Chiesa della Madonna delle lacrime prima della costruzione del Santuario. La zona industriale è ancora una volta protagonista nel film di Mario Monicelli, Casanova ’70 del 1965, mentre il piazzale retrostante l’ex Palazzo delle Poste è al centro della vicenda di Made in Italy, uno dei capolavori di Nanni Loy, con Lando Buzzanca, Aldo Giuffrè, Nino Manfredi, Virna Lisi, Alberto Sordi e Anna Magnani.

 L’ultimo dei gloriosi anni Sessanta è Meglio Vedova, un film di Duccio Tessari. Il giornale “L’Aretuseo” del 1967 cattura un bellissimo particolare della tragica scena matrimoniale girata sulla scalinata del Duomo di Noto: “Lo sposo crolla esanime tra le braccia dei testimoni. È morto, ucciso da un colpo partito da una pistola nascosta nella macchina del fotografo; gli invitati gli si fanno attorno, poi si allontanano di nuovo, la sposa scende di corsa le scale, una donna le porge un sandwich e lei lo addenta quasi con voracità e quindi si siede su una seggiolina pieghevole sul cui schienale è scritto il suo nome: Virna Lisi”.

Daniela Frisone

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