Dentro il Partito Democratico di Siracusa (e non solo) è risaputo non esserci un clima di pace e tranquillità, tra individualismi, correnti e pareri contrastanti. Con le vecchie guardie arroccate ai vertici.
In questo clima teso, i protagonisti non stanno certo a guardare, ribattendo a ruota appena possibile.
I risultati delle elezioni interne
L’evidente stato di faziosità (complici anche le correnti filo-Schlein e bonacciniane) è però negato, secondo quanto dichiarato da Bruno Marziano, dal risultato delle votazioni per il presidente dell’assemblea provinciale del PD, vinte da Piergiorgio Gerratana, con una schiacciante percentuale di voti su Giuseppe Patti e Orazio Scalorino.
Proprio quest’ultimo, era il candidato su cui Tiziano Spada aveva puntato in maniera decisa e che ha pescato una quantità comunque importante di voti dai capisaldi “spadiani” dei comuni di Floridia e Solarino.
Cosa ha scatenato l’intervento di Bruno Marziano
L’ex assessore regionale del Partito Democratico, Bruno Marziano, ha ribattuto all’intervento di Tiziano Spada, ospite di Talk Sicilia, in merito all’esito del congresso provinciale.
Spada ha spiegato di rappresentare un terzo del partito, innescando la replica di Marziano: “Quando il deputato regionale Spada dice di avere un terzo del partito, ricordo che la quota è del 33% e non del 28%”.
Aggiungendo che “la minoranza del partito deve decidere cosa fare alla luce dei risultati delle votazioni” prospettando che questa ha a disposizione tre scelte: “nella prima può proporre di partecipare alla formazione degli organismi, nella seconda di mettersi alla finestra orientando la sua posizione, nella terza di assumere il ruolo di opposizione, contestando tutto come accaduto prima del voto del 26 gennaio con la presentazione dei ricorsi alla Commissione nazionale di garanzia”.
Il vero casus belli
“La maggioranza è radicata in tutti i Comuni della provincia – sostiene Marziano – tranne Floridia, Solarino e Canicattini che di certo, non sono il centro del mondo. Questo dovrebbe far riflettere chi dice che ha un terzo del partito in mano. Con queste scelte – continua Marziano – si è ridotto a leader di paese e non dirigente politico su scala provinciale; ma questo non lo dico io, bensì i numeri”.
Marziano così sembrerebbe volere ridimensionare l’onorevole regionale a politico da paese, non in grado di poter svolgere un ruolo di rilevanza nel PD siciliano, ostacolando in qualche modo la sua crescita ed influenza.
Tornando alla prefazione, circa l’evidenza dei risultati, verrebbe da pensare che il risultato delle preferenze espresse in una votazione, accessibile esclusivamente da chi è tesserato a quel partito, non è proporzionale alla quantità di voti che effettivamente un politico o gruppo di un partito ha realmente o potenzialmente a disposizione in una classica tornata elettorale aperta a tutti gli aventi diritto al voto.
Da qui la replica di Paola Gozzo
“Trovo davvero assurdo, per non dire fuori luogo e di cattivo gusto, l’attacco sferrato da Bruno Marziano contro il deputato regionale del Partito democratico, Tiziano Spada, definito leader di paese».
Così la Gozzo, componente dell’assemblea nazionale del Pd e delegata delle Democratiche di Siracusa, che aggiunge:
«Trovo vergognoso il livore manifestato da Marziano nei confronti di Tiziano Spada, deputato democraticamente eletto nel partito con il consenso della provincia. Di tutta la provincia. Con ovvi picchi nella realtà dove vive ed è cresciuto. Ma trovo ancora più vergognoso che simili attacchi, intrisi di ostilità, provengano da un esponente del calibro di Marziano che, forse perché da troppo tempo ormai lontano dalla politica attiva, non si è reso conto che il partito non ha più bisogno di livore. Che è ormai abbondantemente superata la stagione degli scontri che hanno condizionato, in questi anni, l’attività politica del Pd e di cui Marziano è stato protagonista. Oggi si sta aprendo una stagione nuova e non possiamo più continuare a dare spazio ad atteggiamenti che appartengono alla preistoria».
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