“Non si può spacciare un semplice restyling per una vera riforma. Per rimettere in piedi i Consorzi di bonifica siciliani non basta un disegno di legge incapace di guardare oltre Catania e Palermo, ridimensionando tutti gli altri territori”.
Così il deputato regionale Carlo Gilistro (M5S), intervenuto ieri in Commissione Bilancio all’ Ars.
“Dalla perimetrazione dei consorzi si scorge chiaramente che chi ha ideato la riforma ci ha studiato con attenzione su come favorire un particolare territorio, Catania e Palermo, a cui potranno così essere indirizzate scelte economiche ed ingenti investimenti. Una regione che sta vivendo una delle peggiori crisi idriche a causa della siccità deve intervenire subito su reti di approvvigionamento e bacini colabrodo, con percentuali di dispersione da incubo”.
Gilistro individua anche un altro nodo critico della riforma proposta dal governo. “Non chiarisce cosa fare del pesante passivo che schiaccia i Consorzi di Bonifica. Né dà spiegazioni su come sia stato possibile registrare perdite così significative. È chiaro che se non si azzera la situazione debitoria non si tappa un’altra delle falle del sistema dei Consorzi di bonifica”.
Non solo, il deputato Cinquestelle evidenzia come “manchi completamente un riferimento sul destino del personale in servizio presso i consorzi attuali. Oltre ad un mero ipotetico passaggio dei dipendenti, il disegno di legge non prevede nulla in termini di garanzie occupazionali. Per questo – continua Gilistro – abbiamo presentato, e ripresenteremo in Aula, emendamenti sull’aggiornamento dei POV (le piante organiche dei consorzi) e sul transito automatico del personale dai vecchi consorzi ai nuovi enti, con conservazione dell’anzianità di servizio, delle qualifiche e di quanto già maturato in questi anni”.
Sono oltre 900 i lavoratori precari, su 1.800 impiegati negli 11 attuali consorzi.
Politica, Siracusa
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