La visita del Ministro Urso a Siracusa si è rivelata l’ennesima occasione mancata. Chiudendosi nel recinto rassicurante di Confindustria, dichiara Roberto Alosi, Segr. Gen. Cgil di Siracusa, il Ministro ha evitato ancora una volta il confronto con le forze sociali, dimostrando scarsa sensibilità e preoccupazione per il futuro industriale e occupazionale del territorio.
“Le rassicurazioni del Ministro- continua Alosi- lette sulla stampa, non cancellano l’incoerenza di un Esecutivo che, da un lato, accetta passivamente il disimpegno di ENI – partecipata dallo Stato – dalla chimica di base, e dall’altro sostiene in Europa, insieme ad altri Paesi, la necessità di un Critical Chemical Act per tutelare la produzione di molecole chimiche strategiche. Una contraddizione inspiegabile, aggravata dal fatto che l’Italia, mentre chiede all’Europa di difendere il settore, finirà per importare queste stesse materie prime da Paesi extraeuropei, con costi aggiuntivi che renderanno il nostro sistema produttivo meno competitivo”.
Per queste ragioni, la CGIL di Siracusa ribadisce la sua netta contrarietà alla chiusura degli impianti di cracking di ENI-Versalis, una decisione che avrà conseguenze devastanti sull’occupazione e sull’intero comparto industriale, non solo in Sicilia ma anche in Emilia-Romagna e Lombardia. “Il piano di riconversione annunciato da ENI – continua il Segretario della Cgil, è del tutto insufficiente e privo di reali garanzie: non assicura la salvaguardia dei posti di lavoro, non tutela le imprese dell’indotto e lascia irrisolti i nodi strutturali della filiera chimica nazionale.
Con queste motivazioni, la CGIL, insieme alle Regioni Puglia ed Emilia-Romagna, non ha sottoscritto il protocollo d’intesa proposto dal Governo, ritenendolo vago e privo di impegni concreti su tempi, risorse e salvaguardia dell’occupazione. La stessa Regione Sicilia, pur firmando il protocollo, ha avanzato richieste di modifica sostanziali, a conferma dell’inadeguatezza dell’accordo. Parliamo di oltre 20.000 lavoratrici e lavoratori lasciati senza alcuna certezza sul proprio futuro.
A fronte di una crisi industriale senza precedenti, con due anni consecutivi di calo della produzione, un aumento del 47% della cassa integrazione e migliaia di aziende in difficoltà, il Governo continua a navigare a vista. Non c’è alcuna strategia chiara per affrontare le sfide della transizione ecologica, per gestire gli alti costi energetici o per garantire il rilancio del polo industriale di Siracusa. Anche su questioni urgenti come la depurazione (IAS) e gli impegni assunti da Isab con il Golden Power, il Ministro non ha fornito risposte concrete, limitandosi a generiche rassicurazioni.
Mentre l’Europa registra una domanda globale in crescita per il settore chimico di base, ENI e il Governo scelgono di chiudere gli impianti di Versalis di Priolo, Ragusa e Brindisi rischiando così di compromettere definitivamente la filiera dell’etilene in Italia.
La CGIL chiede un cambio di rotta immediato. Servono piani industriali solidi, investimenti certi e politiche di sviluppo lungimiranti. Il tempo delle promesse è finito: senza azioni concrete, il rischio è la desertificazione industriale di un territorio strategico per l’intero Paese.
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