L’area industriale Siracusana è cruciale, fondamentale per il sostegno economico dell’intero Paese. Un fatto ormai lapalissiano, conclamato, tant’è che il Governo ha provveduto a sancire il tessuto produttivo, con in testa la società ISAB, sito d’interesse strategico nazionale.
L’esecutivo ha altresì fornito garanzie in merito alla continuità produttiva degli stabilimenti ISAB, definendo con atti amministrativi gli obiettivi di salvaguardia dell’occupazione, le azioni per la tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute e dell’ambiente.
Tuttavia – dichiara Fiorenzo Amato, Segretario Generale della Filctem Cgil di Siracusa – dopo il closing con i Russi e il conseguente passaggio a Goi Energy, però, il ruolino di marcia precedentemente esposto dal Governo, di concerto con il nuovo management insediato, non si è concretizzato e il piano industriale decantato dai Ciprioti, nonostante le condizioni di adempimento imposte e già scadute, non risulta pervenuto.
L’attuale contesto, pregnato da una morfologia produttiva in continuo fermento energetico, esula dal procrastinare una programmazione divenuta essenziale per il conseguimento degli obiettivi di investimento in transizione energetica, tutelando al contempo il lavoro e l’ambiente.
E’ divenuto un gracile equilibrio, per certi versi precario, ed il territorio attende ed esige un responso decisivo non più differibile – chiosa il Segretario Amato. Alle grandi aziende del territorio, ai fondi di Private Equity e al Governo corre l’obbligo di assolvere alle responsabilità istituzionali e d’impresa, non di certo prescritte dal fato, abbandonare atteggiamenti di reticenza e attuare una concreta politica industriale, che sia restia a risorse irrisorie non contestualizzabili, ma volta a traguardare gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità, fissati dall’UE, e consoni a garantire competitività nel mercato.
Per raggiungere con consapevolezza i traguardi energetici imposti dalla decarbonizzazione – afferma Amato – urge attingere a strumenti finanziari pubblici, sia italiani che provenienti dall’Europa. Per rafforzare la zona industriale serve raccogliere la sfida dell’idrogeno, una filiera utile alla conversione e da ubicare riconvertendo le aree dismesse. Salvaguardare e rendere sostenibile un sito produttivo significa anche dotarlo di impianti di depurazione e
coadiuvare il sistema all’adeguamento degli impianti di trattamento delle acque di scarico –
continua il Segretario.
La Filctem Cgil di Siracusa, nel succitato contesto, reclama gli investimenti propagandati e le tutele auspicate dalle Istituzioni. Oltremodo, l’organizzazione scrivente, esige di svolgere un ruolo attivo, coinvolto nello sviluppo coeso del territorio, di concerto con tutti gli attori istituzionali chiamati in causa.
In virtù di tali atti, la Filctem Cgil di Siracusa, in mancanza di pervenute risposte provenienti dalle Istituzioni governative preposte, e dalle aziende del tessuto industriale, non esiterà a manifestare concreto dissenso, tramite proposte di mobilitazione collettiva, al fine di anteporre la tutela dei livelli occupazionali e la sacralità del lavoro come ‘bene’ incontrovertibile, necessario per l’interesse sociale e produttivo del territorio.
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