Oltre 100 partecipanti all’evento che costruisce ponti tra carcere, imprese e comunità hanno dato vita, nella giornata di ieri, ad un pomeriggio di ascolto, incontri e opportunità concrete. Il Jail Career Day andato in scena all’Urban Center di Siracusa ha riunito operatori penitenziari, imprenditori, cooperative sociali, rappresentanti istituzionali e persone in esecuzione penale nel comune intento di costringere nuove strade di reinserimento sociale attraverso il lavoro.
L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto nazionale “Jail to Job. Carcere, impresa, comunità”, nato nel 2024 grazie al sostegno della Fondazione San Zeno di Verona e al coordinamento della cooperativa Rigenerazioni Onlus, in collaborazione con le cooperative Lazzarelle e L’Arcolaio, quest’ultima promotrice dell’evento siracusano. Un progetto già attivo in sette istituti penitenziari e tre Uffici di Esecuzione Penale Esterna, con il supporto del PRAP Campania e Sicilia.
“In Italia soltanto un detenuto su tre lavora, e quasi sempre in attività interne e saltuarie. Meno del 5% ha un contratto con aziende esterne”, ha ricordato Nadia Lodato, coordinatrice del progetto. “Per ridurre la recidiva – ha aggiunto- non basta parlare di recupero. Serve una nuova narrazione, che tenga conto dei diritti negati e delle esclusioni subite da chi finisce in carcere. Il lavoro può e deve diventare leva di dignità, sicurezza e cambiamento.”
Protagonisti della giornata sono stati 26 soggetti in esecuzione penale, provenienti dalle Case di Reclusione di Augusta e Noto: per loro, l’occasione di sostenere colloqui con varie aziende del territorio in un’esperienza concreta di matching.
I numeri parlano chiaro: il progetto ha già coinvolto 106 persone in esecuzione penale e 90 imprese, portando a 8 assunzioni, 6 contratti in fase di definizione, 16 tirocini avviati e 13 sessioni di formazione al lavoro autonomo.
Tra gli ospiti dell’evento anche Nunzio Corsaro, magistrato di sorveglianza, che ha rivolto parole di incoraggiamento ai presenti: “Il lavoro non è solo una possibilità, è uno strumento costituzionale di reinserimento. Questo percorso può aiutarvi a costruire una vita nuova, con obiettivi e prospettive diverse.”
Un messaggio condiviso anche da Rita Ruffoli, direttrice della Fondazione San Zeno: “Il cambiamento è possibile. Lo vediamo ogni giorno. Ed è proprio nei legami tra dentro e fuori che si gioca il futuro. Questo evento lo dimostra”.

A chiudere, le parole di Pippo Pisano (nella foto sopra), presidente della cooperativa L’Arcolaio: “È stato un grande momento di partecipazione per chi crede in un carcere capace di preparare alla vita. Il lavoro è centrale per una vera ripartenza. Continueremo a lavorare per rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese, terzo settore e comunità”.