La massoneria a Siracusa. Dalle origini al secondo dopoguerra di Sebastiano Grimaldi, uscito lo scorso anno per le edizioni Tipheret, è un testo di particolare fascino perché, come osserva Salvatore Santuccio nella prefazione, ha il merito di “evidenziare la complessità del rapporto tra la Massoneria e lo sviluppo delle istituzioni locali e nazionali tra Otto e Novecento”. Ne parliamo con Sebastiano Grimaldi, noto avvocato penalista, studioso di antropologia delle religioni, di tradizioni iniziatiche e di simbolismo, nonché autore del testo teatrale Di ogni legge nemico e di ogni fede. Processo a Giordano Bruno (ed. Tipheret, 2023).
L’indagine che svolgi nel tuo testo sulla massoneria a Siracusa è prettamente storica?
Sì, si tratta di un testo esclusivamente di storia e, dato il tema, la precisazione è importante. Sulla massoneria, che si definisce ordine iniziatico, e dunque fenomeno spirituale, si è scritto e si scrive moltissimo, a volte in modo sensazionalisto. Per questo ritengo sia importante conoscere innanzitutto la storia di questa istituzione affinché se ne parli con cognizione e non a sproposito.
Quanto in passato la massoneria ha influito negli episodi politici e sociali della nostra provincia?
Nel DNA della massoneria non c’è un impegno ad occuparsi di politica o di incidere comunque nella società, ma in quanto istituzione che vive nella storia inevitabilmente vi sono proiezioni esterne delle sue opzioni ideali. Questo è avvenuto con particolare intensità proprio in Italia per la peculiare situazione in cui essa si è sviluppata nel periodo della sua diffusione continentale a partire dal 18° secolo. La massoneria ha rappresentato il cantiere che ha forgiato e movimentato idee nuove e moderne, a partire da una visione liberale e laica (non atea) della società.
Quali personaggi noti fecero parte della massoneria aretusea?
Dalle pubblicazioni e dai documenti consultati risultano nomi di illustri siracusani come Tommaso Gargallo, Cesare Gaetani, Giovan Battista Alagona, Emanuele Francica barone di Pancali, Emanuele Giaracà, Eduardo Di Giovanni, Salvatore Monteforte.
Che tipo di massone fu Sebastiano Vittorini, padre di Elio scrittore?
Fu molto dedito all’approfondimento degli aspetti spirituali del percorso massonico, aveva un’intelligenza molto vivace ed era uomo di vasta cultura.
Tra i tanti nomi spicca quello del poeta ed esoterista Enrico Cardile. Quale fu il suo ruolo all’interno della massoneria?
Cardile fu iniziato all’alba del Novecento, prima della messa al bando della massoneria da parte del fascismo con la cosiddetta legge sulle associazioni; lo troviamo nuovamente al suo interno anche nel secondo dopoguerra, negli anni della risorgenza della massoneria italiana. Era un intellettuale molto complesso, dedicò grandi energie allo studio e alla sperimentazione di percorsi esoterici, da quello cabalista a quello massonico. Non abbiamo però notizia di suoi ruoli di vertice nella massoneria italiana, anche se aveva fama di grande iniziato.
In che modo il tuo studio riesce a proiettare le vicende delle logge siracusane in un quadro storico e politico più ampio?
Il tentativo del libro è proprio quello di inquadrare la microstoria della massoneria siracusana all’interno di cornici macrostoricheche ne spieghino la genesi e l’evoluzione. Il quadro che ne risulta è assolutamente coerente: la storia della massoneria siracusana è del tutto omogenea rispetto agli specifici contesti storici nazionali in cui si manifestano le sue principali vicende che, spero, il libro riesca a disegnare con il maggiore rigore storico possibile.
Daniela Frisone
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