24 Novembre 2024

La tarantella, tra tradizione e credenze popolari

Si chiama tarantella e appartiene a tutto il sud Italia. Nelle versioni più diverse, da regione a regione, occupa un posto eccellente nell’animo del folklore. Insieme a costumi e a strumenti musicali diversificati riesce a caratterizzare una festa di paese o a richiamare l’attenzione sull’originalità di una terra come la Sicilia.

Pare abbia origini molto antiche. Nata all’alba del diciassettesimo secolo, etimologicamente richiama il nome della terra, Taranto, in cui il fenomeno del tarantismo potrebbe aver avuto inizio. Sembra che proprio in certe zone del pugliese la presenza di un ragno, la Lycosa tarentula, più volgarmente detta tarantola, accendesse l’immaginario sulla “mala occasione” in cui il suo morso velenoso provocava effetti terribili.

Dal dolore fisico allo stato di agitazione, gli episodi convulsivi e i sentimenti malinconico-depressivi venivano attribuiti al veleno dell’insetto, ma soprattutto erano condivisi dalla comunità. Di fatto, il famoso ballo della Taranta, che oggi è protagonista di scatenate manifestazioni musicali che dalla Puglia si tramandano in tutto il Meridione, non è altro che una rappresentazione vivace e leggiadra degli scomposti movimenti del “tarantolato” sotto gli occhi di tutti.

Non solo, quella danza, che dal Salento in poi, viene chiamata pizzica, serviva proprio a salvare il portatore di veleno, perché attraverso le movenze poteva mettere fuori quegli umori maligni provocati dalla puntura dell’insetto. Pensate pure che il ballo della taranta, che nel tempo creò il termine derivato di tarantedda, nell’Ottocento divenne motivo artistico di unione di tutti i territori che facevano parte del Regno delle due Sicilie.

Ogni regione, dalla Campania alla Calabria, dalla Lucania alla Puglia, al Molise, dall’Abruzzo fino alla Sicilia, riconosceva alla tarantella particolari significati rispetto ad eventi pubblici, come la vendemmia, e privati, come un matrimonio o un corteggiamento, che la vedevano indiscussa protagonista. In Sicilia la danza tutt’oggi si accompagna a strumenti di vario genere, il friscaletto, il tamburello, la fisarmonica e il marranzano, il famoso scacciapensieri isolano, che per la ripetitività sonora conferisce un tocco ossessivo al ballo, richiamando proprio il senso tradizionale del tarantismo. Come la progressiva crescita del ritmo che, vissuta in coppia a differenza di altre regioni, conferisce unicità alla tarantella siciliana.

Daniela Frisone

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