Un vero e proprio “crack point” dove acquistare e consumare – anche a credito – la droga. A gestirlo una donna di 60 anni arrestata all’alba di oggi dagli uomini della Squadra Investigativa del Commissariato di Augusta, diretti dal dottor Marco Naccarato.
L’operazione, che ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Siracusa, Tiziana Carrubba, su richiesta della locale Procura della Repubblica, chiude le indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica, Sabrina Gambino, e dal Sostituto Procuratore Silvia d’Armento, iniziate nel novembre del 2022 e chiuse alla fine del giugno di quest’anno.
La piazza di spaccio che serviva prevalentemente il mercato locale è stata individuata in Contrada Scardina, nel “Complesso delle Palazzine Popolari”.
La sessantenne aveva trasformato la sua abitazione in uno spazio “aperto” dove era possibile acquistare e anche consumare la droga. Lei stessa si occupava di lavorare la cocaina arrivata dal mercato etneo e trasportata da due fedelissimi finiti, anche loro, in manette questa mattina. Cinque dei sei denunciati sono catanesi.
Per fidelizzare i futuri clienti la donna non esitava a cedere gratis il crack. Sostanza che crea da subito forte dipendenza e che costringeva, così, gli assuntori a rivolgersi a lei per acquistare altra droga. Crack e cocaina che venivano ceduti anche a credito e, in alcuni casi, dietro un pegno. Come nel caso di 4 carte di reddito di cittadinanza usate a titolo di garanzia e recuperate dai poliziotti. La donna stessa, insieme ad un proprio collaboratore, si recava in piena notte presso l’ATM dell’Ufficio Postale più vicino per prelevare, con ciascuna carta, il contante massimo prelevabile, così evitando che i tossici suoi debitori potessero sperperare il denaro a lei spettante.
In molti casi il “recupero crediti” avveniva con aggressioni e pesanti minacce.
Gli uomini del Commissariato di Augusta hanno sequestrato anche due libri mastri dove la donna annotava minuziosamente i crediti vantati.
Ingente è il quantitativo di stupefacente ceduto dagli indagati, in media tra i 200 – 250 grammi a settimana, i cui proventi sarebbero confluiti nelle casse della donna, mentre i suoi collaboratori sarebbero stati soddisfatti con altre utilità, offerte per i servizi prestati, quali, in particolare, una dose di droga.
L’attività di riscontro ha permesso di sequestrare 150 grammi di cocaina, 10.000 euro in contanti, 4 carte di reddito di cittadinanza (usate a titolo di garanzia), 2 libri mastro con i crediti della droga annotati, nonché materiali di confezionamento e bilancini di precisione. Inoltre, sono stati segnalati 30 assuntori di sostanza stupefacente alla Prefettura.
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