Pubblichiamo la lettera aperta dei lavoratori e delle lavoratrici in servizio presso gli uffici di Ortigia.
L’essenziale è invisibile agli occhi, avrebbe detto al riguardo della mobilità pubblica urbana di Siracusa, il celebre autore del “piccolo principe”; infatti, a parte l’ironia, chi potrebbe negare che il servizio di trasporto pubblico nella nostra città, pur essendo essenziale, sia assolutamente invisibile?! Al contrario però di quel senso profondo che lo scrittore voleva dare alla caratteristica dell’invisibilità, cioè di essenza più che di forma, nel nostro caso si tratta di un’inaccettabile assenza di servizi fondamentali per la cittadinanza. Come altrettanto invisibile, nel senso che noi non ne abbiamo notizia, è la risposta che si attendeva dal sindaco di Siracusa Francesco Italia o dagli altri destinatari della comunicazione e relativa raccolta firme in segno di una formale protesta da parte di lavoratrici e lavoratori degli uffici insistenti in Ortigia, inviata la scorsa settimana e diffusa poi anche a mezzo stampa.
Eppure in questi anni l’Amministrazione di Siracusa ha parlato tantissimo di smart city e di sostenibilità ambientale, con palese incoerenza, aggiungiamo noi, visto che come prima cosa una smart city dovrebbe puntare proprio sul diritto alla mobilità e soprattutto sulla mobilità sostenibile, peraltro a favore di una sostanziale riduzione del traffico veicolare privato sostituito dal vantaggio degli spostamenti tramite mezzo pubblico.
In altre parole un sistema che preveda aree di sosta per i mezzi privati localizzate lontano dal centro storico ma collegate ad esso tramite bus navetta capaci di percorrere velocemente quello che in questi casi viene definito “l’ultimo miglio”. Ribadiamo inoltre, per i più scettici o in mala fede, che riteniamo allo stesso tempo fondamentale dotare il centro storico di una zona a traffico limitato parzialmente interdetta ai veicoli, ciò che invece riteniamo inaccettabile è averla istituita senza la necessaria altra faccia della stessa medaglia: si è chiesto il Sindaco come ci si dovrebbe recare nella zona interdetta al traffico veicolare? Forse il primo cittadino, in maniera del tutto ottimistica, ritiene che tutti i cittadini possano andare in bicicletta o farsi accompagnare da familiari o amici o pagare profumatamente un posto auto in rimessa ad Ortigia?! Qualora non lo sappia, glielo facciamo presente noi, la risposta è no!
A tutte queste domande non soltanto il Sindaco ma anche gli altri amministratori interpellati, ad oggi non si sono degnati di rispondere, questo a distanza di una settimana dalla consegna del primo documento recante in calce la copiosa raccolta firme per il diritto alla mobilità da e per Ortigia.
La crisi di AST e le intenzioni del Comune di cambiare servizio, come le altre vaghe notizie apprese a mezzo stampa, non possono rappresentare un’accettabile motivazione al totale silenzio di questa Amministrazione.
La questione più ampia del servizio di mobilità cittadina, certamente importante, non può rappresentare un alibi da contrapporre alla necessità di dotarsi di un serio sistema di fruizione dell’isola di Ortigia, dove l’unica certezza in questi anni è stata soltanto il divieto di posteggio per i non residenti, pena contravvenzioni e rimozioni coatte dei mezzi, sanzioni che nel corso degli anni ciascuno di noi a turno ha subito suo malgrado.
A questo punto sorge il dubbio: l’Amministrazione comunale è al corrente che sul piccolo e prestigioso “scoglio” si trovano ubicati oltre dieci uffici di rilievo per funzioni svolte e quantità di dipendenti, un istituto scolastico comprensivo, centinaia di negozi e attività turistiche ricettive?!
Si è chiesta come tutto questo spaccato di popolazione possa recarvisi? E di quanto sia incivile questa situazione?
Turisti, commercianti, studenti, lavoratori e lavoratrici, non sono titolari del “diritto alla mobilità” impresso a chiare lettere nell’intestazione del relativo Assessorato comunale?
Abbia fiducia l’Amministrazione, attendendo che ci dedichi la doverosa attenzione, magari una diretta Instagram, noi non demorderemo e continueremo a denunciare l’inciviltà di questa situazione a qualunque livello e fino alla risoluzione definitiva del problema.
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