Ogni anno, a Ferla, piccolo gioiello incastonato nei monti Iblei, la Pasqua non è soltanto una festa religiosa: è un’esperienza che entra nel cuore e lo scuote con la forza della fede e della tradizione.
Chiunque si trovi a camminare tra le vie del borgo durante la Settimana Santa, avvolto dal suono delle marce della banda e dai silenzi carichi di attesa, percepisce subito che, qui, la Pasqua è qualcosa di unico. I riti iniziano con la Domenica delle Palme, ma è tra il Giovedì e la Domenica di Resurrezione che Ferla si trasforma in un teatro di emozioni profonde. Il Giovedì Santo si vivono i “Sepolcri“, dove ogni chiesa diventa un piccolo santuario riccamente addobbato con luci e fiori, e la processione del “Signuri a Canna“.
Il venerdì invece è la volta della tradizionale processione del “Signuri a Cruci” con l’Addolorata. In serata, sempre il venerdì, la toccante rappresentazione “A Scisa a Cruci“. Ma è il Sabato Santo che si assiste al culmine del pathos con “A Sciaccariata”: l’emozionante salita del Cristo Risorto, “u Gesummaria“, dalla Chiesa della Madonna del Carmine al Monastero, tra il fuoco dei “sciaccare” e il grido festoso dei fedeli.
La domenica all’alba c’è un altro momento assai suggestivo e toccante: “U giru de 7 vaneddi“, quando la statua della “Bedda matri o scontru” inizia il suo doloroso cammino per le vie più strette e silenziose del paese in cerca del Figlio, fin quando il primo raggio di sole bacia il suo volto facendo brillare la lacrima che segna la sua sofferenza, in un momento di speranza e redenzione che segna la fine di una lunga notte di dolore.
La Domenica di Pasqua, infine, il momento più atteso: “U Scontru“, l’incontro tra u Gesummaria e la Madonna, è un’esplosione di gioia e liberazione. La corsa dei simulacri lungo il corso principale, tra la folla che applaude e si commuove, è un’emozione che travolge. Il velo nero della Madonna cade, svelando l’abito celeste: è il segno che la morte è stata vinta, che la speranza trionfa.
«La Pasqua a Ferla – dichiara il sindaco Michelangelo Giansiracusa – è il cuore pulsante della nostra identità. Non è solo una celebrazione religiosa, ma un’eredità viva che coinvolge tutta la comunità. Chi viene da fuori rimane colpito, non solo dalla bellezza dei riti, ma dalla forza emotiva che solo la nostra gente sa trasmettere. È un invito alla riflessione, ma anche alla rinascita interiore, che ogni anno ci unisce e ci rende orgogliosi di essere ferlesi.»
Chi ha vissuto la Pasqua a Ferla, porta con sé il ricordo di un’intensità rara, fatta di fede, lacrime e sorrisi. Perché qui, la tradizione non è spettacolo, ma vita vera che si rinnova ogni anno, dentro l’anima di un intero popolo.