“Non è pensabile che un sindaco debba spiegare ai propri cittadini di avere una differenziata ottimale, magari pari all’80%, e poi annunciare l’aumento della tariffa: è una contraddizione di fondo che rappresenta l’anomalia della gestione dei rifiuti in Sicilia e non c’è bisogno di un approfondimento per chiarire la questione”. È il presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta, a denunciare gli scenari che si prospettano in Sicilia nei prossimi anni in riferimento alla raccolta differenziata dei rifiuti.
“Va bene il piano regionale, vanno bene i termovalorizzatori, – ha detto il primo cittadino di Canicattini – ma si prevedono ancora cinque o sei anni di sovrattassa sui rifiuti e per non farci mancare nulla, proprio quest’anno, è stata aumentata l’Iva sul conferimento in discarica che passa dal 10 al 22%”.
Se le discariche siciliane, a partire da quella di Lentini, sono sature ed è necessario trasferire i rifiuti altrove, facendo pagare i costi ai contribuenti, vuol dire che la differenziata, evidentemente, non funziona ancora in maniera ottimale.
“Dalle indicazioni ricevute – ha aggiunto Amenta sull’argomento – su 391 comuni, 303 hanno superato il 65% della raccolta, ma permane un problema nelle grandi città come, su tutte, Palermo e Catania, che contribuiscono negativamente ad una media siciliana del 55%”. Come fa rilevare l’Anci a tal proposito, la mancanza di impianti per il riciclo dei rifiuti rappresenta un problema molto rilevante e difficilissimo da risolvere. “Dobbiamo fare in modo che il piano regionale – ha concluso Amenta – investa sulla differenziata, per questo è fondamentale, prima dei termovalorizzatori, costruire delle piattaforme di valorizzazione del riciclo dei rifiuti”.