21 Settembre 2024

Siracusa, al Teatro Massimo “Storia di un oblio” di Roberto Andò

Al Teatro Massimo di Siracusa martedì 13 e mercoledì 14 febbraio lo spettacolo “Storia di un oblìo” di Laurent Mauvignier, diretto da Roberto Andò. Un uomo entra in un supermercato all’interno di un grande centro commerciale di una città francese. Ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte. Da qui prende il via lo spettacolo “Storia di un oblìo” di Laurent Mauvignier, diretto da Roberto Andò, regista cinematografico e teatrale di fama internazionale con Vincenzo Pirrotta. Il fatto di cronaca diventa poi un resoconto minuzioso dell’ultima mezz’ora dell’uomo prima di una morte assurda. Il monologo arriva al Teatro Massimo di Siracusa martedì 13 (ore 21) e mercoledì 14 Febbraio (ore 17,30). “Quando ho letto il testo di Laurent Mauvignier – dice Roberto Andò – ho pensato subito che era scritto in una lingua vocata al teatro. “Storia di un oblìo” è un canto a più voci, ma è concepito per una sola voce. Un canto che Vincenzo Pirrotta intona a nome di ognuno di noi, conducendoci in quella zona dolorosa e opaca in cui ogni essere umano è destinato a sparire e a essere dimenticato. La scrittura di Mauvignier circoscrive luoghi indicibili dell’esperienza, quei luoghi della memoria o della coscienza che resistono alle parole. A questa resistenza Mauvignier contrappone l’esattezza della parola, il suo potere evocativo e catartico. Mi è sembrato che “Storia di un oblìo” fosse un testo che oggi potesse trovare un senso speciale presso il pubblico teatrale. Dopotutto il teatro è da sempre racconto di una esperienza, anche della più oscura e irraccontabile, come appunto è oscura e irraccontabile l’incongrua uccisione di un uomo da parte di quattro vigilanti e il tentativo di restituirle un senso da parte di chi resta. La parola di Mauvignier – aggiunge ancora – sfida l’indulgenza dell’autocoscienza e la retorica sentimentalistica della cronaca a buon mercato, riuscendo a dar voce alla sofferenza e alla solitudine che segna la vita delle persone-”. 

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