Passano gli anni ma la storia non cambia e la città arranca sotto il peso di decisioni confuse e incoerenti. Ovunque nel mondo i centri storici delle città sono off limits, in molte città l’accesso è addirittura consentito esclusivamente a pagamento, qui da noi no, è l’esatto contrario. Basta che qualche esercente alzi un po’ la voce, basta qualche commento sopra le righe sugli orari di una Ztl che stava ridando un po’ di ossigeno – nel vero senso della parola – all’isola di Ortigia invasa dalle auto, che l’Amministrazione torna immediatamente sui suoi passi. Di solito questo genere di modifiche arrivavano quasi al termine della stagione estiva, quando molti siracusani, stanchi di non poter lasciare l’auto in divieto in corso Matteotti o alla Fonte Aretusa solo la mattina e il primo pomeriggio, cominciavano a lagnarsi e ottenevano in premio quello che volevano, stavolta invece arriva con larghissimo anticipo sui tempi.
“Il settore Mobilità – si legge in una note dell’ufficio stampa del Comune di Siracusa – con apposita Ordinanza, ha disposto la parziale modifica agli orari di applicazione della ZTL, legata alla necessità di rendere meno difficoltoso l’accesso ad uffici e servizi in Ortigia. In particolare fino al prossimo 30 settembre sarà così regolamentata: dal lunedì al venerdì e prefestivi, dalle 19 alle 2 del giorno successivo; il sabato dalle 17 alle 2 del giorno successivo; nei festivi dalle 10 alle 2 del giorno successivo”.
Ora quali siano gli uffici aperti fino alle 19 ed i servizi che non possano essere fruiti e raggiunti a piedi o con le navette è francamente un mistero. Inspiegabile è anche la scelta di consentire l’ingresso di auto nel cuore del centro storico senza che queste possano poi parcheggiare, dato che la stragrande maggioranza degli stalli è riservato a residenti, hotel e api calessino. Ma allora qual è il senso di questa modifica se non quello di assicurare per una misera ora in più, un fiume di auto lasciate in seconda fila, di fianco alla Fontana di Diana o sul quelle rarissime strisce pedonali che ancora si intravedono sull’asfalto?
Emiliano Colomasi
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