Pubblichiamo la nota firmata dal presidente di Lealtà e Condivisione, Carlo Gradenigo, sulla polemica relativa ai lavori di riqualificazione di viale Tisia e la piantumazione di nuovi alberi.
“Alla fine il rischio è che gli alberi da ombra in viale Tisia non ci saranno. A deciderlo sarebbe il Cenaco e gli esperti da questi interpellati, tra i quali non figurano agronomi. Le motivazioni di tale scelta affidate a architetti e ingegneri sono surreali e vanno dalla difficoltà a garantirne l’irrigazione, manutenzione ma anche sicurezza. C’è chi parla di impossibilità di crescita e pericolo crollo a causa del sottosuolo roccioso. Un’area dove sono stati eretti palazzi di 10 piani e relative fondamenta, una strada sotto la quale ad altezze differenti scorrono sottoservizi e tubazioni di ogni genere e dove qualche mese fa una macchina finì proprio dentro un fosso realizzato per la posa della fibra, si contesta l’impossibilità di realizzare 4 formelle da 1mt di profondità per l’impianto degli alberi. Eppure di alberi ne abbiamo alcuni esempi ad appena 200mt dal luogo in oggetto, circa 40 esemplari di Platano e Jacaranda che da circa 30 anni ombreggiano e colorano la piazzetta del Viale Tica, perfettamente cresciuti ed eretti nonostante l’impianto in micro formelle da 60 cm sulla roccia, rispetto ai 2mt per lato proposti in via Tisia. Così sfatato il mito delle foglie che sporcano, dei posti auto che non variano si è deciso di puntare sulla paura delle persone e sull’idea che gli alberi rappresentato solo un pericolo e un problema per la loro manutenzione. Concetti fuori dal tempo e dal mondo, seguendo i quali oggi dovremmo abbattere tutti gli alberi presenti in città anziché estenderne numero e migliorarne la cura. Così mentre il Ministero finanzia 664.000 euro per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici con l’impianto di alberature da ombra, in via Tisia/Pitia rischiamo di fare un salto indietro di 40 anni quando il verde era considerato non una infrastruttura ma un elemento di decoro puntiforme degno di un arancio amaro. In questo quadro chiediamo all’Amministrazione e al Sindaco di intervenire interrompendo il silenzio e assicurando un progetto pubblico il cui impianto a verde andrebbe a migliorare la qualità della vita di un quartiere di oltre 20.000 abitanti”.
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