21 Settembre 2024

Sviluppo turistico? Cafeo: “Ripartiamo da Dolce&Gabbana”

Dolce&Gabbana hanno lasciato il segno. Un evento, quello del 10 luglio scorso, che – se pure timidamente – alimenta il dibattito sul modello di sviluppo turistico ideale per la città e, di riflesso, per l’intera provincia.

“La vocazione della città è certamente turistica ma occorre individuare quale tipologia di visitatori si intende intercettare – spiega il parlamentare regionale di Prima l’Italia Giovanni Cafeo – certamente, non è la Riviera romagnola l’obiettivo a cui ambire, d’altra parte Domenico Dolce e Stefano Gabbana, individuando Siracusa e Marzamemi come location per il decennale dell’Alta moda, hanno puntato sull’eleganza unica dei nostri luoghi, come hanno avuto modo di appurare i 700 ospiti al seguito dell’evento, tra cui numerose celebrity.”

Giovanni Cafeo

Un evento che ha inevitabilmente animato il dibattito cittadino di quei giorni e che adesso si ripropone come elemento di studio per un programma più complessivo.

“Le loro foto, postate sui social, sono state viste e condivise da milioni di follower che hanno donato a Siracusa pubblicità gratuita – prosegue Cafeo – per cui non ci sarebbe da stupirsi se già nei prossimi mesi il numero di visitatori potrebbe crescere in modo esponenziale. È, però, necessario analizzare il profilo di questi visitatori, personalità facoltose che, oltre ad amare la bellezza, in questo caso i nostri tesori artistici, scelgono di soggiornare in ambienti ed in contesti di alto profilo, di cui siamo carenti.”

Il parlamentare regionale torna sulla mancata propensione ad accogliere investimenti privati e cita alcuni progetti perduti che, a suo modo di vedere, potevano rappresentare una opportunità per il territorio.

“È auspicabile un cambio di passo che deve coincidere con un atteggiamento più flessibile nei confronti degli investimenti privati – continua ancora Cafeo – catene mondiali del turismo, nel recente passato, avevano deciso di puntare su Siracusa, come nel caso della Four Season, che aveva intenzione di realizzare nell’area della Pillirina un resort di altissimo livello per clientela facoltosa ma quel progetto è stato ostacolato da associazioni, movimenti e partiti politici che si sono barricati dietro un integralismo ambientale fine a sé stesso. Morale della favola: una multinazionale ha cambiato obiettivo spostando altrove i suoi investimenti.”

Cafeo cita anche un altro progetto presentato e che riguarda la realizzazione di un residence sui ruderi di una batteria risalente alla Seconda guerra mondiale sempre nella zona della Pillirina.

 “Abbiamo perso un’opportunità straordinaria ma non possiamo sprecarne un’altra – insiste il parlamentare regionale di Prima l’Italia – Come se non bastasse gli stessi veti sono stati posti ad una società italo americana che ha messo sul tavolo ingenti risorse per un resort in una porzione di contrada Ognina, peraltro ricavata in un fazzoletto di costa isolata che darebbe maggior valore a quella zona, al centro, negli anni scorsi, di un saccheggio edilizio senza precedenti.”

Giovanni Cafeo parla di “demonizzazione di un investimento privato” e rilancia un appello alle forze politiche perché si pianifichi insieme un piano di sviluppo.

“L’appello che lancio alle forze politiche, produttive e sociali è di pianificare insieme lo sviluppo del nostro territorio che, purtroppo, sta subendo un rallentamento, a causa della grave crisi della zona industriale. – sottolinea ancora – Questo asset copre oltre la metà del Pil locale, per cui è assolutamente indispensabile aumentare le quota legata al turismo ma è strategico puntare sulla qualità dell’offerta.”

E infine un riferimento alla istituzione del Parco degli Iblei che, secondo il parlamentare regionale, “rischia di paralizzare l’iniziativa privata”.

“Pende, infatti, – commenta Cafeo – la spada di Damocle di una perimetrazione sconfinata in un’area vasta ed i vincoli rigidissimi affosserebbero gli investimenti già pianificati delle imprese, peraltro tagliate fuori dal dibattito sulle osservazioni al piano presentato dal Ministero per la Transizione ecologica.”

“Il paradosso è tale che – conclude Cafeo – potrebbe addirittura capitare, ad esempio, che vecchi ed inutilizzabili ruderi da trasformare in strutture turistiche di alto livello, su cui le imprese hanno pianificato risorse impegnandosi con gli istituti di credito, restino così come sono, mortificando ancora una volta l’iniziativa imprenditoriale sul territorio”.

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