Stando al recente report di Uil basato sulle delibere tariffarie comunali e sull’ultimo dato Istat relativo ai redditi netti familiari, Trapani e Siracusa entrano dritte nella “top ten” delle città italiane con i costi più alti della Tari, la tassa sui rifiuti che ha una media nazionale di 333 euro. Dato che, proprio a Siracusa, viene abbondantemente superato con 481 euro ma che, per l’appunto, rimane più basso rispetto ai 510 euro pagati a Trapani. Alti, ma leggermente inferiori rispetto a Siracusa, anche i numeri di Catania e Palermo, con Messina che invece “respira” fermandosi a 302 euro.
Numeri, questi, che per la Sicilia e per Siracusa sono indicativi, con il segretario nazionale Uil, Santo Biondo, che parla di “campanello d’allarme per il Mezzogiorno, direttamente connesso alle difficoltà e ai ritardi nell’attuazione del Pnrr”. Tra i settori più critici, del resto, c’è proprio quello della gestione dei rifiuti, dove l’assenza di impianti moderni ed efficienti continua a tradursi in costi insostenibili per cittadini e imprese “A fronte di questa situazione i Comuni meridionali, che sono gli enti locali più esposti e con meno risorse a disposizione, – ha aggiunto Biondo – si trovano da soli a gestire una sfida enorme. Non possiamo più permetterci di lasciare il Sud indietro. Investire in impianti di gestione dei rifiuti significa non solo migliorare i servizi e abbattere i costi per i cittadini, – ha concluso- ma anche creare nuova occupazione e costruire un modello di economia circolare sostenibile”.
Dai dati analizzati da Uil emerge, infine, un significativo impatto sul reddito netto medio familiare, che risulta ben più elevato nelle isole, con un’incidenza della Tari pari all’1,34%, più del doppio rispetto allo 0,64 delle regioni del nord.