La rilevanza strategica che il polo industriale riveste a livello nazionale e tutta una serie di tematiche legate alla sua attività e alle aziende che vi operano, come la transizione energetica e la sostenibilità economica: sono alcuni degli argomenti che quest’oggi hanno visto un’ampia trattazione nella sede di Confindustria Siracusa, in viale Scala Greca, nel corso dell’incontro che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del ministro per le Imprese ed il Made in Italy Adolfo Urso.
Organizzato dal presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale, l’incontro ha visto la presenza di numerosi rappresentanti delle aziende che operano nell’area, i quali prospettato quelle che sono le problematiche e le strategie legate allo sviluppo in relazione alle politiche nazionali adottate. Proprio sulle riforme, però, il ministro ha spiegato come, a livello europeo, l’Italia è una delle nazioni con con una visione lungimirante della politica industriale.
Ed ha fatto riferimento, anche in relazione all’utilizzo del gas, alla strategia di crescita che prossimamente verra presentata col Libro bianco “Made in Italy 2030”. L’accento è inoltre stato posto sulle modalità e le tempostiche che possano rendere la nostra indistria competitiva a livello internazionale: “L’intento – ha spiegato Urso durante l’incontro- è quello di rafforzare il nostro sistema produttivo ma in questo siamo già in prima libea e tra qualche mese capiremo se stiamo davvero riuscendo ad incidere. L’Italia dovrà rafforzare la nostra posizione di paese esportatore e si dovrà realizzare una transizione digitale e green garantendo la nostra autonomia strategica. Del resto abbiamo fatto segnare un record in Europa per ciò che riguarda gli investimenti, – ha aggiunto – e la corsa ad investire in Italia nella produzione energetica ci fa ben sperare. Tocca a noi fornire le condizioni ideali per far si che la crescita di un paese stabile ed affidabile come il nostro possa continuare ad attrarre, così come sta avvenendo, gli investitori stranieri”
“La politica industriale europea si fa in Italia, – ha poi spiegato Urso in relazione alla situazione che sta vivendo il petrolchimico siracusano – se Sasol e altre realtà hanno dei problemi siamo disponibili a sederci per capire le modalità in cui possano essere modificato i processi volti a garantire una transizione e una politica produttiva migliore ed a condizioni vantaggiose”. Reale e Confindustria, dal canto loro, hanno chiesto a chiare lettere delle “misure concrete e soddisfacenti in considerazione della poca competitività delle aziende siracusane”.
Le dichiarazioni del ministro e gli spunti forniti in conferenza stampa
“È stato un incontro fattivo, costruttivo e positivo – ha detto Urso – per tracciare un percorso comune che permetta alle imprese di essere più competitive e capaci di tutelare il lavoro in Europa.
Un modello ambientale per l’Europa
Il ministro ha inoltre evidenziato l’importanza di investimenti mirati, soprattutto in ottica di transizione ambientale, portando come esempio il piano industriale di Versalis, che ha ottenuto il consenso dei sindacati e delle regioni coinvolte. Secondo Urso, il polo industriale di Siracusa potrebbe diventare un modello europeo per la sostenibilità e la competitività, dimostrando la capacità di gestione condivisa dei processi di transizione.
“Abbiamo convocato una riunione specifica per valutare ulteriori azioni a sostegno dell’indotto industriale, in linea con il protocollo ministeriale che prevede un monitoraggio costante della situazione,” ha aggiunto il ministro.
Made in Italy 2030 e il rafforzamento delle filiere strategiche
Urso ha ricordato che il piano di politica industriale “Made in Italy 2030”, presentato a settembre scorso, ha coinvolto oltre 500 stakeholder italiani, tra cui rappresentanti del Parlamento, delle regioni, dei sindacati e delle principali imprese. L’obiettivo è rafforzare la competitività del Paese incrementando la produzione e l’occupazione, con particolare attenzione alle filiere strategiche del Made in Italy, quali alimentazione, abbigliamento, arredo e automazione.
A questi settori tradizionali si aggiungono ambiti emergenti come la farmaceutica, la scienza della vita, la Blue Economy (cantieristica, nautica e subacquea), l’aerospazio e l’industria della difesa. Quest’ultima, in particolare, potrebbe beneficiare della recente decisione dell’Unione Europea di escludere gli investimenti nella difesa dal calcolo del Patto di Stabilità.
L’Italia verso l’autonomia energetica
Altro punto chiave affrontato dal ministro riguarda la politica energetica nazionale. Urso ha sottolineato come il governo italiano abbia già avviato un percorso per diventare protagonista nelle nuove tecnologie del nucleare, riconoscendo l’importanza di un’Europa energeticamente autonoma. “Dopo l’attacco alle Torri Gemelle del 2001, gli Stati Uniti hanno compreso la loro vulnerabilità e hanno lavorato per raggiungere l’autosufficienza energetica. Oggi sono esportatori di energia. Il nostro ’11 settembre’ è stato l’attacco della Russia all’Ucraina, che ci ha mostrato quanto sia essenziale garantire l’indipendenza energetica europea”.
Marco Petrolito