30 Gennaio 2025

Zona industriale ed esuberi, Migliore (Cisl): “Capire cosa stia accadendo e quali sono i rischi”

La crisi del petrolchimico di Siracusa e gli esuberi mobilitano i sindacati a sostegno dei lavoratori

Per la zona industriale di Siracusa la crisi, allo stato attuale, è più che mai aperta e all’interno di uno scenario che all’orizzonte appare sempre più grigio, i sindacati si mobilitano su ogni versante con l’intento di proteggere la posizione di ben 10 mila lavoratori.

Ma le preoccupazioni, oltre ai lavoratori, riguardano l’economia locale e quella nazionale dato che il petrolchimico di Siracusa contribuisce al Prodotto interno lordo della provincia per oltre il 60 percento versando annualmente allo Stato ben 16 miliardi di euro. E se anche aziende come l’Isab intraprendono delle “azioni preventive” legate ad un importante squilibrio finanziario la preoccupazione non può che aumentare in maniera esponenziale.

Così come sottolinea il segretario generale della Ust Cisl Ragusa Siracusa, Giovanni Migliore (nella foto sotto).

“La zona industriale ed i suoi lavoratori – ha detto Migliore a proposito di ciò che sta accadendo e degli esuberi – rappresentano il nodo di quella macroeconomia che muove l’intero sistema produttivo, sociale ed economico. Ogni singola vertenza, dunque, interessa e ricade sull’intera area. In quest’ottica – ha aggiunto – è il momento di indirizzare il nostro impegno su tre livelli ben precisi. Il primo riguarda il piano complessivo di interconnessione delle aziende presenti nel nostro polo per capite quale effetto domino potrebbe innescarsi nel caso in cui chiudesse un impianto comprendendone il rischio. Il secondo livello deve riguardare un’attenta mappatura tra esuberi previsti durante la transizione dei siti e il reale fabbisogno professionale dopo la riconversione. Dietro ogni lavoratore c’è una famiglia che, spesso, vive con quel solo reddito. Il terzo livello da approfondire, il più a rischio, – conclude il segretario generale della Cisl territoriale – riguarda la rete economica sociale alimentata grazie alla zona industriale. Chi lavora guadagna, chi guadagna spende sul territorio. È una legge dell’economia che probabilmente appare talmente scontata da sottovalutarla. Cincebtriamoci su questi aspetti, sui tavoli tecnici arrivino numeri e scenari attuali e possibili”.

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